Si è tenuto recentemente a Bruxelles un convegno sul tema ‘Uso appropriato degli antibiotici: il ruolo delle medicine complementari (MC) nelle strategie terapeutiche’, organizzato da Eurocam, il consorzio che riunisce alcune delle principali associazioni e federazioni di medicina complementare e integrata presenti sullo scenario europeo. Durante il convegno, ospitato presso la delegazione di Bruxelles della Regione Toscana, sono stati presentati i risultati di un progetto europeo promosso da ZonMw, Netherlands Organisation for Health Research and Development e finanziato dal Joint Programme Initiative for AntiMicrobial Resistance (JPI-AMR, www.jpiamr.eu).
Ne stiamo parlando perché l’impegno delle medicine complementari e integrate su questo fronte sembra il fenomeno di maggiore rilievo e una delle prospettive di maggiore respiro di questo ultimo periodo, caratterizzato invece da una intensa campagna mediatica e istituzionale rivolta in particolare contro l’omeopatia ma che (per ora) lambisce anche le altre medicine non convenzionali e che, a partire dalla Gran Bretagna, ha attraversato l’Italia e la Spagna, e sta minacciando anche la Germania.
In sintesi le principali tematiche affrontate durante il convegno sono state la sicurezza e l’efficacia dell’uso delle MC nel trattamento delle infezioni respiratorie e in altre infezioni; i criteri operativi per l’uso delle MC da parte dei professionisti della salute e dei pazienti che ne consentano l’uso su una più vasta scala; il modello istituzionale di sviluppo strutturale per l’uso delle MC nel trattamento delle infezioni, nonché i dati sui livelli di prescrizione di antibiotici da parte dei medici convenzionali e non.
L’attività di questo progetto europeo si è focalizzata sull’analisi dei risultati di una revisione sistematica della letteratura riguardante il trattamento con MC e medicina integrata (MI) delle malattie infettive, a partire dalle infezioni ricorrenti delle alte vie respiratorie e limitato per ragioni di praticità all’ayurveda, la medicina antroposofica, la fitoterapia, l’omeopatia e la medicina tradizionale cinese. Quindi sono state prese in esame le esperienze pratiche disponibili di applicazione delle strategie di trattamento censito attraverso un sondaggio realizzato nei cinque diversi paesi promotori del progetto (Francia, Germania, Olanda, Svizzera e Regno Unito).
Nel prossimo futuro si procederà a sistematizzare i risultati ottenuti sia dalle evidenze presenti in letteratura che dalle esperienze censite in Europa per inserirle in uno strumento utile nei processi decisionali (DMT: decision-making tool) basato sulle prove di efficacia e sulle buone pratiche, che includa anche le linee guida su efficacia e sicurezza nel trattamento delle URTI, che possa essere messo a disposizione dei medici che praticano le MC/MI ma anche dei medici convenzionali che vogliono praticare una medicina davvero integrata in tutti i paesi europei.
Il trattamento delle più comuni infezioni ricorrenti (delle vie respiratorie e delle vie urinarie in primis) con terapie dolci che, se eseguite con perizia e competenza da medici adeguatamente formati, consente nella maggioranza dei casi trattati di evitare il ricorso all’antibiotico e, quindi, permette un rallentamento della marcia inesorabile verso una sempre più diffusa antibioticoresistenza. Diversi studi clinici infatti, nonché una consolidata esperienza clinica mostrano l’efficacia delle medicine complementari e integrate nel ridurre i sintomi delle patologie respiratorie e migliorare la qualità della vita nella popolazione adulta e nell’età pediatrica, contribuendo così a ridurre il consumo di antibiotici e a contrastare l’antibioticoresistenza.
È a questa prospettiva che guarda con crescente interesse anche l’OMS, che in ripetute occasioni ha chiesto a tutti i Paesi membri, ma in particolare ai Paesi del Sud del mondo, di implementare i propri servizi con un uso razionale delle risorse di medicina tradizionale e complementare, per rendere i propri servizi sanitari nazionali sempre più efficienti e sostenibili.