Gonfiore, pesantezza e acidità di stomaco riguardano il 65% degli italiani, di cui oltre il 52% ricorre ai farmaci da banco per alleviarne i sintomi. Tra le cause principali stress, cattive abitudini alimentari e falsi miti a tavola, ancora oggi molto diffusi. Nel corso di un webinar dal titolo “Mangiare per vivere meglio: il benessere digestivo tra stagioni, tradizioni e stili di vita”, promosso da Assosalute – Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, tenutosi lo scorso 10 aprile, sono stati presentati i risultati di un’indagine condotta dalla “Human Highway”.

A commentare i risultati della survey Attilio Giacosa, Gastroenterologo presso il Centro Diagnostico Italiano di Milano e già Direttore della Struttura complessa di Gastroenterologia e Nutrizione Clinica presso l’Istituto Nazionale per la Ricerca sul cancro di Genova.

I disturbi più diffusi

La survey evidenzia che i disturbi gastrointestinali, in particolar modo quelli legati alla cattiva digestione, sono sempre più diffusi coinvolgendo tutte le fasce della popolazione, e, più in particolare: il gonfiore addominale e il meteorismo, la pesantezza di stomaco e l’acidità.

«I disturbi legati al gonfiore e ad altri problemi gastrointestinali sono sempre più diffusi, soprattutto tra i giovani adulti e la popolazione femminile; questi sono il segnale di una particolare condizione come la sindrome dell’intestino irritabile, una malattia funzionale in cui l’intestino appare strutturalmente sano, ma non funziona correttamente (…) Molti di questi problemi sono legati alla disbiosi, uno squilibrio della flora batterica intestinale» ha spiegato Giacosa.

Donne e giovani tra i più colpiti

Questi disturbi sono prevalenti nella popolazione femminile: la stitichezza interessa il  31,4% delle donne a fronte di un 16,6% degli uomini, mentre gonfiore e meteorismo sono comuni in 1 donna su 2, a fronte di circa  un terzo degli uomini. Il  reflusso gastroesofageo, viceversa, si presenta abbastanza omogeneo tra i sessi: ne soffrono il  27% delle donne e il 25% degli uomini.

«I giovani riportano più spesso disturbi gastrointestinali, anche a causa di abitudini alimentari meno corrette. Spesso non hanno ancora sviluppato una piena consapevolezza su cosa significhi mangiare in modo sano: si affidano a informazioni confuse, consumano pasti frettolosi, come panini o pizza, spesso davanti a uno schermo. Al contrario, gli adulti e gli anziani tendono a seguire uno stile alimentare più regolare e attento, anche per effetto dell’esperienza, di una maggiore consapevolezza e della necessità di gestire eventuali problematiche di salute legate all’età», ha proseguito l’esperto.

Stress e cattive abitudini alimentari tra le cause principali

La survey ha evidenziato che il 40% degli intervistati ritiene che i disturbi gastrointestinali siano dovuti allo stress, in particolar modo i giovani adulti appartenenti al target 25-44 anni, e le donne, che individuano in ansia, stress e preoccupazioni la loro origine.

«Lo stress altera il normale funzionamento dell’apparato gastrointestinale, favorendo infiammazioni e disturbi funzionali come colon irritabile e reflusso (…) anche l’abitudine di consumare pasti in modo frettoloso compromette la digestione, aumentando il rischio di gonfiore e pesantezza. Durante la vita, poi, eventi come stress intensi, diete squilibrate, malattie o l’uso prolungato di antibiotici possono alterare il microbiota intestinale, innescando un processo pro-infiammatorio» ha sostenuto Giacosa.

Il benessere inizia a tavola

In questo contesto l’alimentazione rappresenta un asset cruciale impattando non solo sull’apparato digerente ma anche sul rischio di sviluppare patologie cronico-degenerative, cardiovascolari e oncologiche.

Da preferire la cosìdetta Green-Med Diet, versione potenziata della classica dieta mediterranea che prevede una maggiore attenzione a proteine vegetali e sostenibilità. Un esempio virtuoso è rappresentato dal  Mankai, una microalga ricca di proteine, ferro e vitamina B12: «Noto anche come lenticchia d’acqua, è un alimento innovativo e sostenibile, utile per integrare le carenze dei regimi vegetariani. Il Mankai è anche un prodotto sostenibile: può svilupparsi tramite la coltivazione idroponica, ovvero sostituendo la presenza del terreno con un substrato di acqua ricco di nutrienti», ha chiarito l’esperto.  

Alimentazione e digestione: sfatare i falsi miti!

Il 39% degli intervistati ritiene che bere acqua lontano dai pasti favorisca la digestione mentre il 34% ritiene che caffè e fumo siano i principali responsabili di una digestione difficile. Inoltre, il 27% ritiene che assumere carboidrati la sera rallenti la digestione, mentre il 12% li considera utili per conciliare il sonno. Tra gli over65 è diffusa l’idea che saltare un pasto, dopo qualche stravizio, possa riequilibrare il sistema digestivo. Diffuse inoltre convinzioni errate rispetto a vino, caffè e cioccolato.

In molti casi però si tratta di credenze popolari non supportate da basi scientifiche.

«Bere grandi quantità d’acqua durante i pasti può, ad esempio, rivelarsi controproducente: diluisce i succhi gastrici e rallenta lo svuotamento dello stomaco, ostacolando la digestione. È preferibile, quindi, arrivare al pasto ben idratati ed evitare preparazioni troppo liquide come minestre molto allungate, che possono rendere la digestione più lenta e difficoltosa. Il caffè, anche decaffeinato, è una fonte preziosa di polifenoli e può essere consumato quotidianamente da soggetti sani in quantità moderate, fino a 2-3 tazzine al giorno, senza effetti negativi. Diverso è il discorso per chi soffre di aritmie o altre patologie cardiache, per cui è necessaria una valutazione più attenta».

Quanto al vino, quando il consumo di alcol tende ad aumentare, come nei periodi delle festività, è consigliabile un buon bicchiere di vino rosso all’interno di un pasto equilibrato. «Attenzione però alle quantità che devono rimanere modeste: esagerare, anche solo in occasioni speciali, vanifica ogni possibile effetto protettivo. Meglio poi evitare la birra, che contiene meno polifenoli rispetto al vino rosso e può apportare zuccheri e calorie in eccesso, soprattutto se si eccede. Da tenere a distanza i superalcolici e i tradizionali amari a fine pasto che non aiutano la digestione apportando solo alcool e zuccheri in eccesso.

Via libera al cioccolato, purchè fondente almeno all’80% e in quantità moderate. Da evitare invece cioccolato al latte e cremini, ricchi di zuccheri e grassi. Facendo attenzione alle quantità, via libera anche alla frutta secca, fonte di nutrienti preziosi all’interno di una dieta mediterranea.

Disturbi e modalità di intervento

In caso di disturbi, il 34% degli intervistati ha dichiarato di fare affidamento sulla propria esperienza, ricorrendo all’automedicazione con l’uso di farmaci da banco noti; un 32% preferisce rivolgersi al medico di famiglia, il 16,8% al farmacista, il 20% sceglie di attendere che il disturbo si risolva spontaneamente e il 9% cerca informazioni sul web.

Le modalità prescelte evidenziano differenze di genere marcate: le donne ricorrono maggiormente all’autocertificazione (37,7% vs 30% degli uomini). Quanto alle fasce di età: gli over 65 si rivolgono al consiglio del medico nel 41,9% dei casi, mentre i giovani adulti del target 25-44 anni si affidano alla propria esperienza e i più giovani al consiglio della famiglia.

I 5 consigli dell’esperto

In conclusione, Giacosa ha fornito 5 importanti consigli: in primis prediligere un regime alimentare sano, preferendo alimenti di origine vegetale per potenziare l’effetto detox in particolare in primavera. Da consumare, quindi, gli alimenti freschi e di stagione, metodi di cottura semplici e salutari. Sì ai liquidi, ma fuori pasto, in quanto l’acqua concorre, oltre che all’idratazione, all’eliminazione delle tossine. Importante altresì praticare attività fisica: almeno 30 minuti di camminata di buon passo ogni giorno! Dare, quindi, il giusto peso al riposo, essenziale per rigenerarsi a livello fisico e mentale e riscoprire la convivialità dei pasti.

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