È americano e innovativo. Un nuovo test rapido e non invasivo, una sorta di biopsia liquida, basato su un peptide sensibile alla proteasi, potrebbe aiutare a diagnosticare in fase più precoce il tumore del pancreas.

A metterlo a punto ricercatori dell’Università della Salute e della Scienza dell’Oregon, Stati Uniti, che ne hanno descritto i primi benefici, sull’uomo, in un lavoro su Science Translational Medicine.

Una neoplasia difficile

Il tumore del pancreas, ed in particolare l’adenocarcinoma duttale pancreatico (PDAC), resta fra i tumori a più alta criticità e correlato a elevati indici di mortalità. Spesso asintomatico nelle fase iniziali o comunque, se presenti, con disturbi gastrointestinali piuttosto vaghi, e l’assenza di metodi efficaci di rilevamento precoce, ne ritardano la diagnosi. Le possibilità di trattamento, quindi, restano poche e poco impattanti sul controllo della malattia, oltre gli stati preliminari.

Tuttavia, la diagnosi precoce di PDAC tramite biopsia liquida può ampliare le opzioni di trattamento e migliorare i risultati di sopravvivenza. Disporre di uno strumento di diagnosi precoce è un unmet need che richiede primaria attenzione e un nuovo test rapido e non invasivo denominato PAC-MANN-1, basato su un peptide sensibile alla proteasi marcato con fluorescenza accoppiato a un nanosensore magnetico, potrebbe rispondere a questo obiettivo.

Sembra, infatti, potenzialmente in grado di rilevare l’attività proteasica da un piccolo campione di sangue. La produzione di proteasi, uno specifico enzima, è infatti un segno distintivo della progressione del cancro e l’attività proteasica circolante può contribuire alla diagnosi di alcuni tumori.

Il test

PAC-MANN-1 è stato ottimizzato per rilevare tutti gli stadi del PDAC, con l’intento di garantire prestazioni di intercettazione migliori rispetto al biomarcatore clinico CA 19-9, ad oggi il parametro di misurazione standard, il più indicato, per ricercare la presenza di tumori del pancreas.

Il test è stato applicato a 356 pazienti, mettendo a confronto pazienti con malattia e controlli sani. I ricercatori hanno inizialmente esaminato diverse proteasi specifiche, focalizzando poi l’attenzione su di una in particolare, appartenete alla famiglia delle proteasi MMP, apparentemente capace di distinguere il cancro al pancreas da altre tipologie (presenza o assenza di malattia).

Le proteasi MMP appresentano i principali enzimi proteolitici coinvolti nel rimodellamento e nella degradazione dei componenti della matrice extracellulare, nelle modificazioni delle interazioni tra cellule. La proteasi MMP è stata la chiave per lo sviluppa del test rapido.

Le potenzialità del test

PAC-MANN sembra avere identificato campioni di PDAC con il 98% di specificità e il 73% di sensibilità in tutti gli stadi e avere distinto il 100% dei pazienti con malattia pancreatica non cancerosa rispetto ai pazienti con PDAC.

Inoltre, il test PAC-MANN combinato con il biomarcatore clinico CA 19-9 sembra aver mostrato una sensibilità dell’85% per il rilevamento del PDAC di stadio I con il 96% di specificità.

In conclusione, le prime evidenze sembrano dimostrare la capacità di PAC-MANN-1 nel distinguere i campioni di PDAC sia dai controlli sani sia altri stati di malattia pancreatica. Queste caratteristiche, oltre alla diagnosi iniziale, potrebbero rendere il test adattai anche al monitoraggio della progressione del trattamento.

Fonte

Montoya Mira JL, Quentel A, Patel RK et al. Early detection of pancreatic cancer by a high-throughput protease-activated nanosensor assay. Science Translational Medicine, 2025, Vol 17, Issue 785. Link: https://www.science.org/doi/10.1126/scitranslmed.adq3110

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