L’assunzione abituale di yogurt può diminuire il rischio di steatosi epatica non alcolica

La steatosi epatica non-alcolica (non-alcoholic fatty liver disease, NAFLD) è la più comune forma di malattia epatica cronica dei paesi occidentali e include diverse alterazioni epatiche che vanno dal semplice accumulo di grasso nel fegato (il cosiddetto “fegato grasso”), alla steatoepatite non-alcolica (non-alcoholic steatohepatitis, NASH), che conduce a processi infiammatori che danneggiano progressivamente il fegato.

Una certa quantità di grasso a livello epatico è normale, ma quando supera il 5-10% del peso del fegato, allora si parla di “fegato grasso”, una condizione che interessa circa un quarto della popolazione mondiale, con picchi nei soggetti obesi e sovrappeso.

Nella prima fase, la patologia è silente: i sintomi (tra cui dolore addominale, perdita di appetito, nausea e vomito, perdita di peso, stanchezza, ittero, problemi nervosi, confusione, ansia, agitazione) iniziano a manifestarsi quando è già in fase avanzata

Lo studio

La ricerca ha esaminato 24.389 soggetti adulti di entrambi i sessi, suddividendoli in 4 gruppi in riferimento al consumo di yogurt:

  • meno di una volta alla settimana (gruppo di riferimento)
  • 1 volta la settimana
  • 2-3 volte la settimana
  • 4 volte o più la settimana

Ai fini della sperimentazione è stato usato sia yogurt prodotto da latte intero, sia quello derivato da latte parzialmente scremato. Per tutti i soggetti, inoltre, sono stati raccolti dati relativi allo stile di vita, ai parametri antropometrici e ai principali valori metabolici.

Lo studio ha rilevato che all’aumentare del consumo di yogurt si riduceva, in modo dose-dipendente, la frequenza di steatosi epatica non alcolica. In particolare, il maggior consumo di yogurt è stato individuato in soggetti prevalentemente di sesso femminile, che praticavano attività fisica e registravano parametri metabolici e antropometrici migliori. Al contrario, i soggetti a cui è stata diagnosticata NAFLD erano perlopiù uomini, di età media più elevata, che evidenziavano un maggior consumo di grassi.

Conclusioni

Secondo gli autori, l’effetto positivo dello yogurt sulla NAFLD è dovuto sia ai probiotici, che svolgono azione antinfiammatoria, antiossidante e immunomodulante, sia al calcio, che contribuisce a stimolare l’ossidazione del grasso in ogni distretto corporeo, fegato compreso. Inoltre, secondo alcuni studi l’associazione tra calcio e vitamina D costituirebbe un fattore protettivo nei confronti di questa patologia.

Gli autori consigliano lo svolgimento di nuovi studi sul lungo periodo per confermare questi primi, incoraggianti, risultati.

 

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