La dieta a basso contenuto di carboidrati come “mezzo” per agire sul controllo della glicemia nel paziente con diabete di tipo 2, non in terapia farmacologica, o a elevato rischio per patologia. Le evidenze di efficacia di tale approccio nutrizionale in questa classe di pazienti emerge da uno studio americano pubblicato su JAMA Network Open
Una dieta a basso contenuto di carboidrati, mantenuta nel tempo, potrebbe svolgere una azione di prevenzione e/o cura del diabete di tipo 2? Tale assunto è alla base di uno studio clinico (“Effects of a Low-Carbohydrate Dietary Intervention on Hemoglobin A1c: A Randomized Clinical Trial”) condotto da ricercatori americani della Tulane University, New Orleans. Lo studio ha voluto mettere a confronto due regimi alimentari (abituale vs povero di carboidrati) e la rispettiva potenzialità nel favorire la riduzione dei livelli glicemici in pazienti con diabete di tipo 2, non sottoposti a terapia, così come in soggetti con fattori di rischio per lo sviluppo di tale condizione clinica.
Con l’intento di misurare l’impatto su uno specifico parametro (il valore di emoglobina A 1 c (HbA1c) non trattata tra 6.0% e 6.9%) i ricercatori, nel periodo tra settembre 2018 e giugno 2021, hanno randomizzato e preselezionato oltre 2.700 pazienti. Di questi ne sono stati estrapolati 962, sottoposti a screening, di cui 150 arruolati infine nello studio. Questi pazienti – età media 58 anni di cui 108 donne [72%] e 88 neri [59%] – sono stati suddivisi in due gruppi di 75 membri ciascuno. Metà sono stati invitati ad assumere per 6 mesi una dieta low carb e la restante a continuare il proprio abituale regime nutrizionale. L’HbA1c, quale endpoint primario dello studio, è stata valutata a 0, 3 e 6 mesi.
I risultati
Al termine dei 6 mesi è stato possibile osservare nei pazienti sottoposti a una dieta a basso contenuto di carboidrati una riduzione dell’emoglobina A1c superiore dello 0,23% rispetto al gruppo che ha mantenuto la dieta abituale, una variazione lieve, ma considerata comunque rilevante. A vantaggio dei primi si è, inoltre, registrata una diminuzione del peso e dei livelli di glucosio a digiuno.
Nello specifico, i dati semestrali sono stati raccolti su 142 partecipanti (95%) registrando i seguenti valori: HbA1c media (DS) del 6,16% (0,30%) al basale e una riduzione in 6 mesi pari a differenza netta –0,23%; CI 95% da –0,32% a –0,14%; P < .001; glicemia a digiuno –10,3 mg/dL, CI 95% da –15,6 a –4,9 mg/dL P < .001; peso corporeo –5,9 kg e CI 95% da –7,4 a –4,4 kg; P <. 001. Dati che assumono rilevanza, a detta degli esperti, specie in soggetti con prediabete, con rande di A1c superiori alla norma ma al di sotto dei livelli classificati come diabete.
In conclusione
Le iniziali evidenze suggerirebbero che una dieta a basso contenuto di carboidrati possa contribuire in forme di prediabete al controllo dei rischi e di condizioni direttamente associate, quali ad esempio esposizione allo sviluppo di diabete di tipo 2, attacchi di cuore o ictus. Si tratta infatti di una condizione di norma non ancora sottoposta a regolare/specifica terapia per abbassare la glicemia, in cui la dieta può pertanto svolgere un ruolo cruciale.
Fonte:
- Dorans KS, Bazzano LA, Qi L, He H, Chen J, Appel LJ, Chen CS, Hsieh MH, Hu FB, Mills KT, Nguyen BT, O’Brien MJ, Samet JM, Uwaifo GI, He J. Effects of a Low-Carbohydrate Dietary Intervention on Hemoglobin A1c: A Randomized Clinical Trial. JAMA Netw Open. 2022 Oct 3;5(10):e2238645.