di Marco LauroResponsabile Servizio Scientifico e Affari Regolatori Boiron Italia

La ricerca scientifica in omeopatia ha fatto notevoli passi avanti nel campo dell’infiammazione, con la pubblicazione di due importanti studi clinici sull’impatto del trattamento omeopatico sulle infiammazioni dell’apparato respiratorio. Tra gli apparati del corpo umano, il sistema respiratorio, insieme alla cute e all’intestino, ha il compito di bloccare l’accesso all’organismo agli agenti esterni potenzialmente pericolosi per la salute, ma è quello con la maggiore predisposizione alle patologie infiammatorie, a causa della sua diretta esposizione agli agenti esterni e delle sue caratteristiche funzionali. 

Le prime vie aeree rappresentano, infatti, un’importante prima linea di difesa nei confronti di batteri, virus e altri agenti patogeni con cui veniamo in contatto nella nostra quotidianità. Le infiammazioni degli elementi anatomici principali (seni nasali, faringe, trachea etc.) possono rappresentare un’ottima occasione per gli agenti patogeni. Questi microrganismi, normalmente respinti dalle difese naturali della mucosa integra, possono trasformare un’infiammazione in un processo infettivo che aggrava la sintomatologia di base.

Le tipologie di infezioni

Le infezioni delle vie aeree superiori (URTI), la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l’asma, sono i più diffusi quadri clinici evoluti delle patologie respiratorie su base infiammatoria. Due recenti studi clinici osservazionali prospettici hanno dimostrato gli effetti preventivi di un trattamento omeopatico a base di Anas barbariae 200K contro le infezioni delle vie aeree superiori, riducendo la frequenza e la durata degli episodi infiammatori durante il periodo di esposizione influenzale in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva.

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