La vitamina K è un composto liposolubile che può essere assunto prevalentemente mediante alimenti di origine vegetale come pomodori, spinaci, cavoli e cime di rapa. Svolge un ruolo fondamentale nel processo di coagulazione del sangue ed è importante anche nella modulazione del metabolismo delle ossa: una sua carenza, quindi, può provocare emorraggie, osteoporosi e fratture ossee.
La vitamina K si suddivide in 3 gruppi:
- vitamina K1 (fillochinone): di origine vegetale, che costituisce la forma più frequente nella dieta;
- vitamina K2 (menachinoni) di origine batterica;
- vitamina K3 (menadione) liposolubile, di origine sintetica.
Lo studio ha valutato per la prima volta l’associazione tra i livelli di vitamina K e l’insorgenza di possibili difficoltà motorie o disabilità in soggetti anziani, analizzando i dati relativi a 635 uomini e 688 donne, di età compresa tra 70 e 79 anni. La mobilità è stata monitorata ogni sei mesi per un periodo di 6-10 anni mediante interviste telefoniche e visite annuali. Nello specifico, rientrava nella “limitazione di mobilità” ciascun caso in cui per due rapporti semestrali consecutivi i pazienti riferivano una qualsiasi difficoltà a camminare per un quarto di miglio o a salire 10 gradini senza riposare.
I biomarcatori analizzati sono stati principalmente due:
- livelli circolanti di vitamina K (fillochinone)
- valori plasmatici di proteina gla della matrice non carbossilata (ucMGP).
Lo studio ha evidenziato che gli individui con bassi livelli circolanti di vitamina K erano più inclini a manifestare difficoltà motorie e/o disabilità: in particolare, essi registravano 1,5 volte in più la probabilità di manifestare limitazioni motorie, e quasi il doppio di probabilità di incorrere in disabilità rispetto a soggetti con normali livelli di vitamina K. Relativamente invece al secondo biomarcatore (ucMGP plasmatica), non sono state rilevate associazioni significative.
Sarah Booth, una delle autrici dello studio, commenta così i risultati: “Nonostante i due biomarcatori scelti per lo studio fossero noti per riflettere lo stato della vitamina K, i loro livelli possono essere influenzati da altri fattori, noti o sconosciuti. Pertanto saranno necessari ulteriori studi al fine di comprendere i meccanismi che biomarcatori e vitamina k svolgono nell’insorgenza della disabilità“.