In costante aumento: la prevalenza delle aritmie cardiache, patologia caratterizzata da ritmi cardiaci irregolari associate a possibili severe evoluzioni, come insufficienza cardiaca, ictus cardioembolico, fino a potere essere letale in casi estremi, si attestano in crescita. Complice diversi fattori: popolazione anziana, stili di vita stressanti e sregolati, farmaci non del tutto ottimali.
Le aritmie ad oggi restano di gestione complessa: spesso associata a approcci multifattoriali e non privi di eventi avversi significativi. Pertanto sono in corso studi e ricerche per valutare l’efficacia e l’applicabilità di trattamenti alternativi, fra cui medicine tradizionali a base di erbe (THM), largamente impiegati nella medicina orientale, che sembrerebbero correlare a benefici clinici e a un buon profilo di sicurezza.
Destano attenzione il biancospino e la passiflora cui viene riconosciuta una azione regolatrice del battito cardiaco e altre positive potenzialità. Lo studio è pubblicato su Medicine (Baltimore).
Cardioprotezione
Evidenze di studi recenti sembrerebbero supportare l’azione di biancopsino e passiflora, fra alcune altre, nella gestione delle aritmie, ampia condizione clinica che può includere diverse patologie: tachicardia atriale, fibrillazione atriale, extrasistoli ventricolari, variazioni nel ritmo cardiaco dovute ad esempio a disfunzioni elettriche, problemi strutturali del cuore, malattie cardiache ischemiche, ipertensione arteriosa, disfunzioni tiroidee, disturbi metabolici di altra natura.
Le THM sono impiegate da tempo in Asia orientale nella gestione delle aritmie: destano interesse soprattutto il biancospino, ovvero l’estratto di Crataegus oxyacantha, cui si associano proprietà cardioprotettive, compresa la regolarizzazione del ritmo cardiaco e benefiche azioni sulla contrattilità cardiaca e sul sistema elettrico del cuore, quindi con una azione globale sul controllo delle aritmie.
Dall’altro la passiflora, Passiflora incarnata, che agirebbe con un effetto “calmante” su stress e l’ansia che possono contribuire a mantenere attive alcune forme di aritmie cardiache, come la tachicardia. Inoltre sembrerebbe agire anche sulla riduzione della frequenza cardiaca, contribuendo anch’essa a un benefico impatto generale delle aritmie.
Lo studio
Da una metanalisi di ricercatori corani che ha valutato i dati di ottantadue studi clinici randomizzati emergerebbero benefici nel trattamento delle aritmie con THM, in particolare si rileverebbe un tasso effettivo totale significativamente migliore nell’aritmia non specificata (risk ratio [RR]: 1,20, intervallo di confidenza al 95% [CI]: 1,13-1,26), contrazione ventricolare prematura (RR: 1,29, IC al 95%: 1,29-1,33), bradicardia sinusale (RR: 1,26, IC al 95%: 1,17-1,36), tachicardia (RR: 1,23 IC al 95%: 1,15-1,32) e fibrillazione atriale (RR: 1,17, IC al 95%: 1,07-1,27).
Nessun evento avverso grave è stato associato a THM, seppure con un rischio complessivo di bias relativamente alto.
Gli autori dunque concluderebbero che le THM, da solo o in combinazione con la medicina occidentale, possono avere effetti terapeutici sulle malattie aritmiche cardiache.
Tuttavia, sono necessarie ulteriori variabili di esito clinico specifiche per la malattia per ulteriori studi sul THM, tanto più che i risultati non possono essere ritenuti conclusivi a causa della bassa qualità degli studi inclusi e delle piccole dimensioni del campione. Saranno necessari ulteriori studi clinici randomizzati controllati su larga scala e a lungo termine e ben progettati per parlare di evidenza efficace e effiettiva.
Fonte
Ahn JY, Chu H, Leem J et al. Effectiveness and safety of traditional herbal medicine on cardiac arrhythmic condition: A systematic review and meta-analysis of randomized control clinical trial. Medicine (Baltimore), 2024, 103(23):e38441. Doi: 10.1097/MD.0000000000038441