Il dolore cronico di tipo lieve-moderato interessa circa 13 milioni di italiani; i costi economici sono stimati in 36,4 miliardi di euro, di cui 25,2 di costi indiretti.
L’ultimo rapporto OSMED di AIFA mette in luce un preoccupante e costante aumento nel consumo di FANS, con un tasso di crescita del 20% nel solo 2022 rispetto al 2021.
Premesso che il farmaco di prima scelta per il dolore è il paracetamolo, si evidenzia un diffuso ricorso ai farmaci antinfiammatori non steroidei – FANS, che non tiene in debito conto i potenziali rischi derivanti da un uso inappropriato di questo tipo di farmaci, nonostante le chiare indicazioni della Nota 66, con rischi gravi per la salute che comprendono infarto, ictus, diabete, ipertensione, osteoporosi, glaucoma e cataratta.
Altresì, l’età relativamente giovane dei pazienti trattati rispetto alle patologie previste dalla Nota 66, tipiche dell’anziano, evidenzia un uso inappropriato dei FANS con aumento dei costi a carico del SSN.
La roadmap di Motore Sanità
Alla luce di queste evidenze, Motore Sanità ha promosso dei tavoli regionali di confronto tra esperti ed istituzioni su appropriatezza prescrittiva e corretta informazione, fattori chiave nella gestione del dolore cronico.
Gli incontri – che si sono svolti in Campania, Marche, Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia, Toscana e Sicilia – hanno portato alla definizione di una roadmap basata su 3 punti finalizzata a migliorare l’appropriatezza prescrittiva: centralità del MMG nella definizione della terapia; attivazione del monitoraggio delle prescrizioni soggette alla Nota 66; lotta a fake news e autocura.
Lo scorso 17 luglio a Roma, presso l’Hotel Nazionale, Motore Sanità ha quindi promosso, con il contributo non condizionante di Angelini Pharma, un tavolo di confronto interistituzionale sul tema.
I principali temi della giornata
L’evento, che ha visto la partecipazione di un cospicuo numero di relatori – esperti ed esponenti del mondo istituzionale – ha affrontato in particolare: il ruolo della Real World Evidence nel trattamento del dolore cronico, gli strumenti per il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva sul dolore cronico nella prospettiva regionale e locale; la centralità della Medicina Generale nella governance assistenziale del dolore cronico; il ruolo degli strumenti digitali della medicina generale nel migliorare l’organizzazione e l’appropriatezza nella cura del dolore cronico, il ruolo del farmacista nella dispensazione del farmaco, le fake news e i social media e gli impatti sulla governance assistenziale.
Inappropriatezza prescrittiva: dati allarmanti
Per quanto riguarda l’inappropriatezza prescrittiva a tratteggiare uno scenario alquanto allarmante è stato Luca Degli Esposti, Presidente CliCon S.r.l Health, Economics & Outcomes Research, che ha illustrato i dati di una ricerca condotta su tutti i pazienti con almeno una prescrizione di FANS nel periodo che va dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2022.
L’indagine, condotta su una popolazione di 9,1 milioni di assistiti, ha evidenziato un elevato uso inappropriato e fuori indicazione dei FANS.
Le patologie indicate nella Nota 66 – artropatie su base connettivitica, osteoartrosi in fase algica o infiammatoria, dolore neoplastico, attacco acuto di gotta – sono tipiche dei pazienti anziani (75-84 anni).
Tuttavia, un terzo dei pazienti analizzati aveva un’età inferiore ai 54 anni. Inoltre, la bassa percentuale di pazienti con patologie reumatiche (0,1-1,0%) e oncologiche (11,9%) previste dalla Nota suggerisce che i FANS vengono spesso prescritti per indicazioni non rimborsabili, contravvenendo alle linee guida della Nota 66.
A livello nazionale il consumo di questi antinfiammatori non steroidei si è attestato a 16,8 DDD per 1.000 abitanti/die, evidenziando un ricorso a questi farmaci molto più alto rispetto alla media europea (68% vs 44%).
A livello geografico si evidenziano però marcate differenze: l’uso dei FANS al Sud è doppio rispetto a quello riscontrato nelle regioni del Nord del Paese; il Centro si colloca in una posizione mediana.
Un ulteriore problema riscontrato è la prescrizione di ibuprofene ad alti dosaggi, spesso al di fuori delle raccomandazioni, così come dall’uso di FANS in combinazione. La durata media di trattamento è risultata pari a circa 3 mesi.
«Il tema – ha sostenuto Ugo Cappellacci, Presidente della XII Commissione Affari Sociali e Salute della Camera dei Deputati – è un problema con implicazioni di natura sanitaria e sociale. In un Paese come il nostro caratterizzato da una popolazione anziana in continua crescita, la domanda di salute sta cambiando in corrispondenza di mutati bisogni. Alla luce di tutto questo occorre fornire nuove risposte, anche a livello organizzativo, che devono puntare sull’assistenza domiciliare e territoriale e in cui ricoprono un ruolo cruciale il medico di medicina generale e il farmacista».
Centralità del MMG nella definizione della terapia
«La medicina generale può contribuire efficacemente a garantire l’appropriatezza delle cure del dolore cronico passando da un’assistenza “reattiva” a un’assistenza “proattiva”, attraverso l’adozione di nuovi approcci assistenziali, professionali e organizzativi, come le AFT – aggregazioni funzionali territoriali, previste dal recentissimo accordo regionale.
L’utilizzo di sistemi informativi evoluti, che possano supportare il medico nelle attività assistenziali, l’adeguata e costante formazione e la creazione dei team multiprofessionali che puntano al miglioramento continuo (gestione integrata) con una chiara condivisione dei ruoli e del lavoro tra medico di medicina generale e specialista, sono le basi sulle quali fondare la centralità e insostituibilità del medico di famiglia nella gestione del dolore cronico lieve e moderato» ha sottolineato Roberto Venesia, Segretario FIMMG Piemonte, Responsabile nazionale area Farmaco Fimmg e membro esperto della Cabina di Regia Piano Nazionale Cronicità.
Monitoraggio delle prescrizioni
Come messo in luce in precedenza, l’uso inappropriato dei FANS determinato anche da una marcata inappropriatezza prescrittiva è un problema che coinvolge tutte le regioni italiane.
«In questi casi si deve avere una governance integrata tra direttori di distretto e medici della medicina generale per definire corrette terapie antalgiche, per evitare che il medico di famiglia si senta solo nell’affrontare questa situazione. Formazione ai medici di famiglia e specialisti e il monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche sono gli strumenti per affrontare l’inappropriatezza prescrittiva e l’iperconsumo di FANS» ha sostenuto Carla Rolle, Direttore dell’Assistenza farmaceutica territoriale dell’ASL Città di Torino.
«La nostra ASL – ha proseguito Mariano Fusco, responsabile dipartimento farmaceutico ASL Napoli 2 Nord – affianca i medici per formare e informare con feedback puntuali capaci di correggere il tiro rispetto alle linee guida tracciate in questo, come in altri settori della pratica clinica quotidiana. Da un nostro monitoraggio nel 2023 sappiamo che delle 50mila confezioni di FANS prescritte, in 9 casi su 10, si è trattato di prescrizioni inappropriate fatte al di fuori delle regole di rimborsabilità definite dalla Nota 66. Se poi consideriamo che complessivamente sono state erogate 500 mila confezioni con una prevalenza di acquisto diretto spesso in automedicazione del paziente senza consultare un medico, il dato dell’inappropriatezza risulterebbe ancora più elevato».
Alleanza medico-farmacista-paziente
Alla luce di tutto questo è importante affrontare il problema attraverso un’alleanza che coinvolga medici, farmacisti e pazienti.
Difatti, con la crescente centralità della farmacia in linea con la riorganizzazione del sistema sanitario in chiave territoriale così come delineato dal DM77, la farmacia dei servizi è diventata un luogo di cura cruciale per il cittadino.
Tuttavia, ha sottolineato il Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti – FOFI, Andrea Mandelli, «le nuove generazioni vivono sui social e sono abituate ad ordinare online e semmai rimandare indietro. Tutto questo rappresenta per il professionista della salute e più in particolare per il farmacista, una nuova sfida, anche da un punto di vista comunicativo. Il professionista non deve mai assecondare la richiesta del cittadino, nell’interesse ultimo che è sempre quello di tutelare la sua salute».
Solo attraverso un’alleanza forte tra i diversi professionisti è possibile effettuare un controllo più stringente di ricognizione farmaceutica e appropriatezza prescrittiva, garantendo all’assistito tutela della salute e al sistema sanitario risparmi e una migliore allocazione delle risorse.
Lotta a fake news e cure fai da te tramite campagne informative
Ultimo, ma non per importanza, il tema della comunicazione e di una corretta informazione. Nell’era dei social, le fake news sono dietro l’angolo e così anche soluzioni di cura ‘fai-da-te’.
«Per contribuire a superare le criticità le farmacie sul territorio possono partecipare a campagne di informazione sul tema del dolore e delle relative terapie, a programmi di assistenza domiciliare, preparare dosaggi personalizzati, partecipare ad iniziative strutturate di dialogo e scambio di informazioni con i medici di medicina generale e gli specialisti» ha ricordato Andrea Giacomelli, Presidente Federfarma Regione Toscana.
Altresì è stata ricordata la pericolosità dei percorsi di ‘autocura’, con l’assunzione di farmaci suggeriti da social piuttosto che da amici.
In caso di dolore – così come di altri problemi – è importante rivolgersi al proprio medico che, conoscendo la storia clinica e le eventuali comorbidità dell’assistito, può assegnare la terapia più appropriata che non provochi interferenze con altri farmaci già assunti e comprendere le cause alla base del problema.