In caso di vaginosi batterica asintomatica il ricorso a probiotici multi-ceppo assunti per via orale potrebbe contribuire a migliorare l’equilibrio del microbiota vaginale.

È quanto sostiene un recente studio italiano di ricercatori dell’Università “Sapienza” di Roma, pubblicato su Nutrients.

Una soluzione terapeutica che potrebbe contribuire a contenere le principali criticità legate a questa patologica: l’elevato tasso di recidive, dipendente dall’uso di terapie antibiotiche, oggi l’approccio più diffuso alla vaginosi batterica (BV), e la qualità della vita della donna, attualmente scadente.

Premessa

Il microbiota svolge un ruolo fondamentale anche a livello vaginale, favorendo la generale protezione all’ecosistema genitale. Ciò per l’ampia e predominante presenza di diverse specie di Lactobacillus, strattamente legati alla buona salute delle donne. Vero è, infatti, che in questo distretto, alterazioni nella composizione delle comunità microbiche vaginali possono favorire lo sviluppo di specifiche patologie, come la vaginosi batterica (VB), oggi trattata prevalentemente con terapia orale o intravaginale di metronidazolo o clindamicina.

Soluzioni antibiotiche che si legano tuttavia ad altri tassi di recidiva, spingendo la ricerca a valutare altre possibili strategie terapeutiche.

I probiotici sembrerebbero poter scongiurare questo evento, con un valore di efficacia proprio per la ricca presenza di Lactobacillus. Per testare l’ingresso di questa opzione terapeutica nel trattamento delle VB, ricercatori italiani hanno avviato uno studio pilota osservazionale prospettico.

Obiettivo dello studio

Valutare l’azione e l’efficacia di un probiotico multi-ceppo, contenente quattro ceppi di Lactobacillus, tre ceppi di Bifidobacterium, e Streptococcus salivarius subsp. Thermophilus, in 50 donne in età riproduttiva con VB asintomatica diagnosticata tramite punteggio Nugent, un metodo microscopico che quantifica tre differenti morfotipi di batteri presenti nello striscio vaginale ad elevato campo di ingrandimento, e controlli sani abbinati, reclutate presso il “Policlinico Umberto I” di Roma.

Donne di cui è stata studiata la diversità e la composizione del microbiota vaginale prima e dopo la somministrazione orale del probiotico sotto forma di capsule orali resistenti agli acidi (due volte al giorno), tramitte un tampone vaginale raccolto all’inizio e dopo 2 mesi di trattamento, per l’analisi metagenomica del 16s rDNA. I risultati evidenziano sensibili differenze misure in tremini di α-diversità.

I risultati in dettaglio

L’azione del probiotico multi-ceppo ha impattato su almeno tre aspetti:
Riduzione importante dei batteri patogeni tra cui Megasphaera spp, Prevotella spp. e Sneathia spp, associata a un aumento dei lattobacilli benefici, a due mesi dalla somministrazione, con una prevalenza di Lactobacillus quasi raddoppiata, passata dal 17,2% al 39,8%.
Riduzione di Escherichia coli, batterio noto per essere fra i principali responsabili delle infezioni del tratto urinario (UTI), favorendo quindi una sensibile riduzione del rischio delle stesse, sceso dal 4,8% all’1%. Dati che fanno ipotizzare che i probiotici multi-ceppo possano agire non solo in prevenzione sul ri-equilibrio del microbiota vaginale, ma anche sul contenimento delle UTI, profilandosi anche in quest’ambito come una potenziale strategia preventiva e protettiva.
Trattamento selettivo solo in presenza di disbiosi. Nel gruppo di controllo, cioè in donne con un microbiota sano, il trattamento probiotico non avrebbe contribuito a modificare sensibilmente la composizione batterica, suggerendo quindi una azione mirata e selettiva del probiotico solo in caso di effettiva disbiosi, senza alterare l’armonia di un microbiota già in salute.

In conclusione

I dati preliminari dello studio sembrano suggerire l’azione benefica del probiotico orale multi-ceppo in presenza di un microambiente vaginale disbiotico, nello specifico di donne con VB asintomatica.

Tuttavia dovranno essere sviluppati ulteriori studi per definire il dosaggio ottimale del probiotico, la durata del trattamento e comprendere i meccanismi molecolari sottostanti, facendo ricorso a campioni più ampi e a tecnologie di sequenziamento avanzate. Ciò a favore di un approccio più preciso e personalizzato nella gestione delle disbiosi vaginali.

Fonte

Filardo S, Di Pietro M, Mastromarino P et al. A Multi-Strain Oral Probiotic Improves the Balance of the Vaginal Microbiota in Women with Asymptomatic Bacterial Vaginosis: Preliminary Evidence. Nutrients, 2024, 16(20), 3469. Doi: https://doi.org/10.3390/nu16203469