Strumenti di Intelligenza Artificiale, nuove tecnologie, come protesi, scaffold, in abito ortopedico, sviluppo della medicina rigenerativa per la riparazione di organi e tessuti, la disponibilità di materiali biotecnologici e biocompatibili, la possibilità di creare organi e segmenti ossei in 3D e 4D, molecole biotech, farmaci e terapie di ultima generazione come anticorpi monoclonali e CAR-T, la cronicizzazione di molte patologie anche gravi, una assistenza efficiente e l’universalità e il diritto alla cura, tuttavia non sempre coincidente con il diritto alla salute, garantita dal Sistema Sanitario Nazionale, nonostante le evidenti criticità, hanno favorito la longevità della popolazione.

L’orientamento deve essere diretto verso una sempre maggiore accessibilità e democratizzazione delle cure all’intera popolazione, verso una nova formazione a partire dalla classe medica e dirigenziale, con la messa a punto ad esempio di una Scuola Superiore di Sanità, ancora inesistente in Italia, fino alla popolazione che va educata e acculturata alla prevenzione e all’adozione di stili di vita sani, primo fondamento della longevità in salute.

Sono alcuni degli spunti emersi dal Milan Longevity Summit (21-29 marzo) che ha chiuso i lavori nei giorni scorsi, riscuotendo un grande successi di pubblico.

Molecole sotto osservazione

In un momento di grande fermento scientifico, in cui anche la ricerca italiana si distingue per il suo grande potenziale, stanno emergendo alcune molecole che potrebbero offrire nuove opportunità di cura e applicazione in specifiche malattie dell’invecchiamento, per traghettare in maniera efficiente e in salute verso la longevità.

Oltre alle più note sirtuine, NAD+ che hanno dato già alcuni risultati di efficacia, sono all’attenzione dei ricercatori ad esempio:
Urolitina A: disponibile attualmente all’estero, ma dai costi molto elevati, è una molecola che deriva dal microbiota, che può essere sviluppata in alcune persone direttamente dall’intestino, a che viene prodotta dall’acido ellagico e dagli ellagitannini di cui sono molto ricchi ad esempio i melograni. Le azioni principali riguardano il potenziamento dell’azione delle sirtuine, la promozione della mitofagia, del FOXO, una serie di fattori di trascrizione che regolano diversi processi cellulari, un’altra via molto discussa in un contesto di longevità positiva. Urolitina A ha azione senolitica, attestata da una sempre maggiore disponibilità di dati, così come avrebbe dimostrato evidenze di efficacia sul P53, un fattore inibente ad esempio della crescita del tumore del colon. Sono sino osservazione anche le forme di Urolitina B e Urolitina C. Nella vita di tutti i giorni potrebbe dimostrarsi utile anche nel trattamento dell’intestino permeabile (leaky gut), grazie alla produzione specificatamente di un ceppo di bifidobacterium pseudo cateculato, e per la riduzione dell’infiammazione intestinale.
ND, nicotinamide riboside: è un NAD booster. È possibile assumere NAD solo per via endovenosa, per via del rapido dissolvimento per OS, pertanto da alcuni anni si sono adottati, come escamotage, alcuni precursori che hanno dimostrato di favorire l’aumento della produzione dello stesso NAD. ND è attualmente disponibile nella forma chloride, con brevetto americano, e per OS avrebbe fatto osservare effetti interessanti sulla preservazione della telomerasi e la riduzione dell’infiammazione. Agisce inoltre su sirtuine e su un’altra serie di pathway similmente al fratello NAM (N-Acerylraic acid), ridurrebbe l’infiammazione, avrebbe effetti anti-aging, cardioprotettivi ed alcuni studi sembrano mostrare benedici anche per la riparazione del DNA, il contrasto della senescenza cellulare e degli errori di replicazione. ND aiuterebbe, inoltre, nella modulazione epigenetica, dimostrando anche una biodisponibilità superiore. Va ricordato che NAD interviene in molte funzioni, tra queste il ciclo di Krebs e nel fabbisogno energetico e poiché decresce con l’età, questo tipo di integrazione potrebbe essere utile in un contesto di longevità e invecchiamento.
C:15:0: è un acido grasso saturo, il primo grasso essenziale, che non può quindi essere prodotto dall’organismo in autonomia, scoperto negli ultimi 90 anni, dopo gli Omega-3. La carenza di questo grasso nella membrana cellulare e plasmatica, pari a una concentrazione inferiore allo 0,2%, è stata associata alla sindrome da fragilità cellulare, una sindrome nutrizionale, responsabile dell’ingresso o dell’uscita dalla cellula di sostanze non adeguate. Inoltre la sua carenza renderebbe la membrana più permeabile favorendo ad esempio una aumentata deossidazione dei lipidi che può portare alla morte della cellula tramite una reazione con il ferro, secondo il fenomeno di ferroptosi. Dall’altro il carico di ferro può tuttavia portare a un overload del metallo, a sua volta responsabile di steatosi epatica, diabete di tipo 2 e di un’altra serie di condizioni metaboliche. C:15:0 è studiata soprattutto per il possibile effetto metabolico ed una potenziale azione neuroprotettiva.
AP39: di particolare interesse è il gruppo del phosphonio, una sorta di guida in grado di localizzare il mitocondrio; AP39 viene attirata all’interno della cellula dalla membrana mitocondriale fungendo da driver. Ha un meccanismo di azione unico, in quanto è un donatore naturale di idrogeno solfidrico (H2S), quest’ultimo un nutriente mitocondriale straordinario ed è un attivatore di AMPK. Le potenziali applicazioni di AP39 potrebbero riguardare la pelle, con azione di skin aging in particolare di protezione del collagene e riduzione dei danni da raggi UV, salute metabolica nel supporto alla preservazione del muscolo e del controllo del peso, di cardioprotezione svolgendo un effetto scudo per le cellule cardiache dallo stress ossidativo, aterosclerosi. Aspetto, quest’ultimo, interessante in contesto di invecchiamento, ma ancora da dimostrare, sebbene uno studio condotto su topi knock-out per APOE, un trasportatore del colesterolo (apoproteina) avrebbe fatto osservare che sebbene la privazione di APOE induca lo sviluppo rapido di aterosclerosi, la somministrazione di AP39 potrebbe apportare una serie di benefici importanti tra cui anche la riduzione di aterosclerosi e la stabilizzazione della placca. Se studi successivi confermassero questa potenzialità, AP39 potrebbe essere potenzialmente impiegata anche nella gestione del rischio cardiovascolare.
MOTS-C: un peptide derivato da mitocondri, attivatore di AMPK, un promotore del balance energetico e della resistenza allo stress. MOTS-C ha un meccanismo di azione con diversi potenziali in ambito di longevità, tra questi possibili effetti su muscolo, mitocondri, neuroprotezione, obesità, resilienza cellulare. Sembra inoltre favorire il metabolismo del glucosio e la sensibilità all’insulina, osi come svolgere azione protettiva contro il declino metabolico correlato all’età, promuovere la produzione di NAD e sirtuine e molto altro. Contribuirebbe infine alla riduzione dell’infiammazione.

Ulteriori peptidi pro-longevità

Utilizzati negli Stati Uniti da diversi anni, ma non approvati in Europa, potrebbero essere interessanti in futuro in ambito di medicina preventiva e potenziativa. Destano attenzione per i loro potenziali effetti:
Epitalon: un attivatire della telomerasi in grado di estendere anche la vita cellulare
SS-31: ha come target i mitocondri, con potenziale protettivo contro i danni ossidativi e miglioramento della produzione di ATP
Humanin: cui si legano possibili effetti protettivi sui mitocondri e sulla promozione della resilienza metabolica
Tesamorelina: stimolatore di GH, migliorerebbe il metabolismo dei grassi e ridurrebbe il grasso viscerale
CJC-1295+ Ipamorelin: sembrano promuovere la secrezione di GH, supportare la massa muscolare e la riparazione del tessuto muscolare
BPC-157: vi si assocerebbe la capacità di rigenerare i tessuti, migliorare la salute intestinale e ridurre l’infiammazione sistemica
GHK-Cu: potrebbe favorire la riparazione e la rigenerazione cellulare, con possibili impieghi anche per la crescita dei capelli
FOX04-DRI: un peptide senolitico che ha come target l’aging cellulare, è potenzialmente associato alla promozione del ringiovanimento cellulare
Retratrutide: agonista multicellulare (GLP-1/GIP/glucagone), sembra promuovere la perdita di grasso e la funzione metabolica.

Il futuro è già adesso

L’invecchiamento è un processo modificabile attraverso l’epigenetica, stili di vita sani e l’eventuale utilizzo di molecole specifiche, secondo un obiettivo di health span, stare bene e a lungo.

Il futuro punta alla scoperta di nuovi percorsi metabolici e vie di trascrizione, quindi allo sviluppo di molecole innovative che targhettino queste vie per favorire la buona salute e auspicabilmente anche un rallentamento ulteriore della senescenza. La sfida è portare l’innovazione in pratica clinica e nella vita di tutti i giorni. L’invecchiamento non è, dunque, un destino segnato ma una opportunità e una frontiere da esplorare.

L’impegno italiano

Tra i progetti di rilievo portati avanti a livello nazionale per la promozione di un invecchiamento in salute vi sono il CVRisk, che ha l’obiettivo di arruolare oltre 30 mila persone per la definizione dei fattori di rischio per lo sviluppo di patologie cardiovascolari, stratificare la popolazione maggiormente predisposta allo sviluppo di queste condizioni e avviare strategie di prevenzione primaria, i cui primi risultati sono attesi entro il 2027 e un progetto di epigenetica. Quest’ultimo intende comprendere il ruolo degli stili si vita nell’influenzare l’invecchiamento.


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