Il dolore cronico, in particolare la vulvodinia, una condizione debilitante che colpisce il pavimento pelvico femminile, rappresenta una sfida significativa per la medicina moderna.

In un contesto in cui le terapie convenzionali non sempre garantiscono il sollievo sperato e presentano effetti collaterali indesiderati, una ricerca innovativa condotta dall’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” ha aperto nuove prospettive terapeutiche attraverso l’uso di trattamenti naturali.

Una combinazione sinergica di estratti naturali di Acmella oleracea e Boswellia serrata ha dimostrato di ridurre significativamente il dolore cronico nei modelli preclinici, offrendo una potenziale alternativa ai farmaci tradizionali.

La combinazione Acmella-Boswellia

Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Phytotherapy Research, ha evidenziato come l’estratto di Acmella oleracea, pianta conosciuta per le sue proprietà analgesiche, e Boswellia serrata, nota per le sue qualità antinfiammatorie, possano interagire in modo sinergico per combattere i meccanismi biologici sottostanti al dolore cronico.

I risultati ottenuti nei modelli animali suggeriscono che questa combinazione possa agire efficacemente su due fattori cruciali nel dolore cronico: la neuroinfiammazione e l’iperattivazione neuronale nel midollo spinale. Questi meccanismi sono infatti tra le principali cause della cronicizzazione del dolore e sono strettamente associati alla vulvodinia.

Lo studio ha dimostrato che il trattamento con la combinazione di Acmella oleracea e Boswellia serrata ha portato a una significativa riduzione della sensibilità al dolore nei modelli preclinici, contribuendo a ridurre l’attivazione delle cellule microgliali, che svolgono un ruolo centrale nell’infiammazione del sistema nervoso centrale e nella perpetuazione del dolore cronico.

Impatti clinici

La vulvodinia, una condizione che affligge circa il 16% delle donne, è spesso difficile da diagnosticare e trattare. L’approccio terapeutico tradizionale non è sempre efficace e i farmaci disponibili possono comportare effetti collaterali significativi.

La nuova scoperta rappresenta una promettente alternativa naturale per il trattamento del dolore cronico associato alla vulvodinia, mirando non solo ai sintomi, ma anche ai meccanismi biologici che ne sono alla base.

Secondo Livio Luongo, professore e co-autore dello studio, «Questa scoperta apre le porte a nuove strategie terapeutiche che non si limitano a gestire i sintomi, ma affrontano i meccanismi biologici alla base del dolore cronico». 

Il potenziale di questa combinazione naturale si estende anche ad altre condizioni dolorose croniche, ponendo le basi per lo sviluppo di trattamenti innovativi e meno invasivi rispetto alle opzioni farmacologiche convenzionali.

Sicurezza e prospettive future

Uno degli aspetti più promettenti di questa ricerca è la sicurezza degli estratti naturali utilizzati, che potrebbero offrire una soluzione terapeutica con un profilo di effetti collaterali significativamente inferiore rispetto ai trattamenti farmacologici tradizionali. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi clinici per validare l’efficacia della combinazione Acmella-Boswellia nei pazienti umani.

La ricerca, che ha ricevuto il supporto di Sanitas Farmaceutici Srl, la quale ha fornito gli estratti utilizzati nello studio, sarà presentata in dettaglio al Drug R&D 2025 a Boston, un evento internazionale che riunisce i principali esperti in ricerca farmaceutica e biomedica. La presentazione, curata Luongo, avrà il titolo “Nervana: A Synergistic Natural Combination against Chronic Pain” e contribuirà a promuovere il trasferimento tecnologico e a stimolare collaborazioni scientifiche a livello globale.

In conclusione

La scoperta dell’efficacia della combinazione di Acmella oleracea e Boswellia serrata nel trattamento del dolore cronico rappresenta un passo avanti significativo nel campo della ricerca terapeutica naturale.

Se confermata nei futuri studi clinici, questa scoperta potrebbe rivoluzionare il trattamento della vulvodinia e di altre patologie dolorose croniche, migliorando la qualità della vita dei pazienti e offrendo un’opzione terapeutica più sicura ed efficace.

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