Non una dieta qualunque ma ricca di fibre. Questa strategia nutrizionale potrebbe impattare positivamente sul decorso del mieloma multiplo (MM), tumore maligno che colpisce le plasmacellule, specifiche cellule del midollo osseo, oggi incurabile, rallentandone sensibilmente la progressione.
È quanto sostiene lo studio NUTRIVENTION condotto da ricercatori del Memorial Sloan Kettering (MSK) Cancer Center, con una partecipazione anche italiana, dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, i cui risultati sono stati presentati all’ASH 2024, il Congresso annuale dell’American Society of Hematology (San Diego, US, 7-10 dicembre). Lo studio è pubblicato su Blood.
Background
Scarsa qualità della dieta, elevato indice di massa corporea (BMI), resistenza all’insulina, disbiosi del microbioma, infiammazione e disfunzione immunitaria. Sono alcuni dei principali fattori implicati nella progressione dalla gammopatia monoclonale di significato indeterminato (MGUS) e/o dal mieloma multiplo smoldering (SMM) al mieloma multiplo (MM).
Partendo dell’evidenza di studi epidemiologici che correlano diete a base vegetale a un rischio ridotto di MGUS e MM, gli autori hanno indagato il possibile impatto di un intervento dietetico su questi fattori di rischio modificabili, quindi ritardare la progressione della malattia. Per la prima volta sia darebbe dimostrata l’efficacia di un intervento dietetico su base vegetale, con specifiche caratteristiche.
I risultati
Ancora troppo preliminari per parlare di un “reale” successo della dieta, prospettano tuttavia il regime alimentare come un possibile strumento della cura.
Lo studio pilota NUTRIVENTION a braccio singolo prevedeva un intervento dietetico controllato a base vegetale ad alto contenuto di fibre (HFPBD) per 12 settimane e un coaching sanitario per 24 settimane in 20 pazienti con MGUS/SMM con BMI≥25, ovvero ad alto rischio per MM.
Endpoint primario la fattibilità dell’intervento, ovvero l’aderenza al regime terapeutico e la riduzione del BMI e fra i secondari ed esplorativi la qualità della vita, i marcatori metabolici (insulina, adiponectina, leptina, colesterolo LDL), il microbioma (diversità e composizione tramite sequenziamento 16S e shotgun) e la profilazione immunitaria nel sangue periferico (citometria a flusso e pannello di infiammazione Olink) e nel midollo osseo (scRNAseq e ATACseq).
Durante lo studio i partecipanti sono stati incoraggiati a mangiare in libere quantità cibi di origine vegetale come frutta, verdura, noci, semi, cereali integrali e legumi.
Attuando questa semplice correzione dietetica si sono osservati significativi miglioramenti della qualità della vita, della resistenza all’insulina, della salute del microbioma intestinale e dell’infiammazione. In media, i partecipanti che hanno aderito in maniera costante a questi comportamenti hanno ridotto dell’8% il peso corporeo in 12 settimane.
I risultati al termine del percorso dietetico sembrerebbero positivi: due partecipanti con MM in progressione prima dello studio avrebbero mostrato un miglioramento significativo della curva di malattia e a un anno dall’arruolamento nessuno dei partecipanti avrebbe fatto osservare un nuovo peggioramento o evoluzione del mieloma.
Dati di efficacia di questo approccio nutrizionale emergono anche da studi sperimentali di laboratorio su un modello murino di mieloma in fase di smoldering, in cui il 44% dei topi alimentati con una dieta ricca di fibre non avrebbe mostrato progressione di malattia verso il mieloma, invece non osservato in topi alimentati con una dieta standard. In funzione di questi risultati è stato avviato il NUTRIVENTION-3, studio multicentrico più ampio che prevede l’arruolamento di almeno 150 partecipanti.
In conclusione
Lo studio sembra supportare il ruolo cruciale della nutrizione, in particolare della dieta vegetale ad alto contenuto di fibre nel MM, fornendo nuove informazioni sull’impatto anche a livello di microbioma e del metabolismo, due fattori fondamentali per il potenziamento delle difese e l’irrobustimento del sistema immunitario.
Tali informazioni potranno essere sfruttate nella pratica clinica soprattutto nel trattamento di pazienti con forme precancerose, attuando i necessari cambiamenti ai piani nutrizionali, ed educando il paziente all’importanza della dieta come strumento terapeutico per la riduzione del rischio di cancro.
Fonte
Shah U, Cogrossi LL, Derkach A er al. A High-Fiber Dietary Intervention (NUTRIVENTION) in Precursor Plasma Cell Disorders Improves Disease Biomarkers and Delays Progression to Myeloma. Blood, 2024, Vol. 144, Suppl. 1. Doi: https://doi.org/10.1182/blood-2024-202224